Siamo
a cavallo tra la fine dell'800 ed i primi anni del '900. I fratelli
Lumiere hanno inventato già da qualche anno un apparecchio
rivoluzionario, che consente di "intrappolare" delle
immagini in movimento: è l'alba del cinema.
I
Lumiere sperimentano alcune delle possibilità del mezzo
cinematografico in molti cortometraggi, alcuni dei quali visibili
ancora oggi (su Youtube se ne possono trovare diversi).
Ciò che unisce questi pionieristici lavori è la tendenza alla
documentaristica: i Lumiere piazzavano la loro ancestrale macchina da
presa sulla banchina di una stazione, in una strada, davanti
all'ingresso di una fabbrica, dinanzi ad un tavolo da gioco ecc., e
registravano fedelmente e realisticamente quello che succedeva. In
questo modo sono arrivati fino a noi documenti preziosissimi che
rappresentano, esattamente per quella che era, una determinata epoca
storica.
Ancora non vi era un'organica tendenza a costruire intorno a quella scatola di legno con un obiettivo, una vera e propria arte, fatta di un suo specifico linguaggio, di una sua poetica, di particolari stili e tendenze. E' anche abbastanza ovvio che fosse stato così, poiché i Lumiere erano scienziati ed inventori e probabilmente, nelle loro invenzioni, indirizzavano i loro approfondimenti su potenzialità diverse da quelle artistiche.
Sembra
quasi che con quei corti i Lumiere volessero dire ai loro
contemporanei
"Bene. Questa è una macchina da presa e funziona così. Ora sta a voi inventare il cinema!"
Questo invito fu
raccolto con entusiasmo da un vero e proprio pioniere dell'arte
cinematografica: il francese Georges Méliès. Proveniente dal mondo dell'illusionismo, Méliès fu il primo ad intuire alcune
delle potenzialità "spettacolari" del nascente cinema,
soprattutto introducendo un uso, rivoluzionario per l'epoca, del
montaggio.
Tagliando
la pellicola qua e là, infatti, Méliès si rese conto che, come negli
spettacoli di magia, era possibile far sparire le persone,
trasformarle in altre persone ancora, fargli cambiare repentinamente
sembianze ecc. Ecco che tutti questi "trucchi" iniziarono a
sostanziarsi in centinaia di cortometraggi che raccontavano storie
fantastiche, surreali, oniriche. Uno dei più celebri è "Viaggio
dentro la Luna" del 1902 che racconta una fantastica avventura durante la quale alcuni astronomi terrestri approderanno sul nostro satellite, dove dovranno affrontare le creature
del posto
Memorabile la celebre scena dell'allunaggio del razzo, ottenuto sovrapponendo un viso umano alla sagoma della Luna, tale da far cadere il razzo esattamente in un occhio, nonché l'effetto di montaggio straordinario ed estremamente preciso che fa sì che le creature lunari, se colpite, scompaiano in un'esplosione lasciando un alone di fumo.
Ecco che, in questo contesto cinematografico pionieristico, iniziano ad apparire fondali elaborati ed illusionistici
(per i loro ingegnosi giochi di prospettive che danno un effetto di
profondità) allestiti all'interno di teatri di posa
ante litteram.
Memorabile la celebre scena dell'allunaggio del razzo, ottenuto sovrapponendo un viso umano alla sagoma della Luna, tale da far cadere il razzo esattamente in un occhio, nonché l'effetto di montaggio straordinario ed estremamente preciso che fa sì che le creature lunari, se colpite, scompaiano in un'esplosione lasciando un alone di fumo.
Dopo queste rivoluzioni il
cinema è definitivamente avviato. Di lì a poco assumerà sempre
più una sua autonoma fisionomia e connotazione.
Perché riscoprire Méliès?
Perché i suoi lavori ci riportano ad un cinema fatto di
mezzi realmente modesti ma di ingegno e voglia di sperimentare veramente fuori dal comune. Guardare i suoi corti
rappresenta un'esperienza veramente unica, imprescindibile per
qualsiasi appassionato di cinema, poiché Méliès, con la sua inventiva ed il suo entusiasmo, non fa solo parte della Storia del
cinema, ma anche del suo futuro.
Jurij Nascimben

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