martedì 16 giugno 2015

(Ri)scoprire Méliès

Siamo a cavallo tra la fine dell'800 ed i primi anni del '900. I fratelli Lumiere hanno inventato già da qualche anno un apparecchio rivoluzionario, che consente di "intrappolare" delle immagini in movimento: è l'alba del cinema.
   I Lumiere sperimentano alcune delle possibilità del mezzo cinematografico in molti cortometraggi, alcuni dei quali visibili ancora oggi (su Youtube se ne possono trovare diversi). Ciò che unisce questi pionieristici lavori è la tendenza alla documentaristica: i Lumiere piazzavano la loro ancestrale macchina da presa sulla banchina di una stazione, in una strada, davanti all'ingresso di una fabbrica, dinanzi ad un tavolo da gioco ecc., e registravano fedelmente e realisticamente quello che succedeva. In questo modo sono arrivati fino a noi documenti preziosissimi che rappresentano, esattamente per quella che era, una determinata epoca storica.



Ancora non vi era un'organica tendenza a costruire intorno a quella scatola di legno con un obiettivo, una vera e propria arte, fatta di un suo specifico linguaggio, di una sua poetica, di particolari stili e tendenze. E' anche abbastanza ovvio che fosse stato così, poiché i Lumiere erano scienziati ed inventori e probabilmente, nelle loro invenzioni, indirizzavano i loro approfondimenti su potenzialità diverse da quelle artistiche.
   Sembra quasi che con quei corti i Lumiere volessero dire ai loro contemporanei 
"Bene. Questa è una macchina da presa e funziona così. Ora sta a voi inventare il cinema!" 
Questo invito fu raccolto con entusiasmo da un vero e proprio pioniere dell'arte cinematografica: il francese Georges Méliès. Proveniente dal mondo dell'illusionismo, Méliès fu il primo ad intuire alcune delle potenzialità "spettacolari" del nascente cinema, soprattutto introducendo un uso, rivoluzionario per l'epoca, del montaggio.


Tagliando la pellicola qua e là, infatti, Méliès si rese conto che, come negli spettacoli di magia, era possibile far sparire le persone, trasformarle in altre persone ancora, fargli cambiare repentinamente sembianze ecc. Ecco che tutti questi "trucchi" iniziarono a sostanziarsi in centinaia di cortometraggi che raccontavano storie fantastiche, surreali, oniriche. Uno dei più celebri è "Viaggio dentro la Luna" del 1902 che racconta una fantastica avventura durante la quale alcuni astronomi terrestri approderanno sul nostro satellite, dove dovranno affrontare le creature del posto 
Memorabile la celebre scena dell'allunaggio del razzo, ottenuto sovrapponendo un viso umano alla sagoma della Luna, tale da far cadere il razzo esattamente in un occhio, nonché l'effetto di montaggio straordinario ed estremamente preciso che fa sì che le creature lunari, se colpite, scompaiano in un'esplosione lasciando un alone di fumo. 




   Ecco che, in questo contesto cinematografico pionieristico, iniziano ad apparire fondali elaborati ed illusionistici (per i loro ingegnosi giochi di prospettive che danno un effetto di profondità) allestiti all'interno di teatri di posa ante litteram.

   Dopo queste rivoluzioni il cinema è definitivamente avviato. Di lì a poco assumerà sempre più una sua autonoma fisionomia e connotazione. 

   Perché riscoprire Méliès? 
Perché i suoi lavori ci riportano ad un cinema fatto di mezzi realmente modesti ma di ingegno e voglia di sperimentare veramente fuori dal comune. Guardare i suoi corti rappresenta un'esperienza veramente unica, imprescindibile per qualsiasi appassionato di cinema, poiché Méliès, con la sua inventiva ed il suo entusiasmo, non fa solo parte della Storia del cinema, ma anche del suo futuro.


Jurij Nascimben

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