Siamo nei primi anni '60, celebrati in ambiti
diversi come il periodo del cambiamento, della 500, dei Beatles, del twist e del
rock 'n' roll.
In Italia sono anche gli anni del "boom”, del miracolo economico e dell'ottimismo. Ma è proprio in questo periodo che nascono questioni inedite, legate appunto ai cambiamenti repentini nella società e nello stile di vita di molte persone.
È in questo contesto che cala la sua lente d'ingrandimento uno dei giganti del cinema
italiano, Vittorio De Sica e lo fa con una storia agile, magistralmente scritta da Cesare Zavattini, il quale nel
solco della commedia all'italiana riesce a divertire ma al tempo stesso, con piglio tutto neorealista, induce nello spettatore una profonda riflessione su temi scottanti ed
attuali ancora oggi.
Giovanni Alberti (Alberto Sordi) è un uomo d'affari operante nell'edilizia.
Ha amici facoltosi, ricchi costruttori ed esponenti di spicco dell'alta società con i quali condivide i momenti liberi e le feste
eleganti a base di costosissimi champagne.
Ma se per i suoi amici le cose non potrebbero andare meglio, giacché il boom
economico sta vertiginosamente incrementando i loro guadagni, per Alberti le
cose vanno in modo un po' diverso: gli affari vanno male ed i soldi iniziano a
scarseggiare.
Sua moglie Silvia (Gianna Maria Canale), affabile donna a suo agio nello sfarzo
della vita mondana, per niente al mondo tollererebbe di sprofondare
nella “banalità” di una vita normale. Giovanni lo sa bene, così attua una strategia: fingere che tutto sia rimasto
esattamente come prima. Andare avanti come nulla fosse, garantendo
all'esigente moglie il lusso dei giorni trascorsi a bighellonare di
notte per la città con fiammanti auto sportive.
Ma questa farsa non
poteva andare avanti per molto. Così, dopo un po' di tempo passato
in relativa tranquillità, i nodi vengono al pettine e tutta la
famiglia e gli “amici” si rendono conto che Alberti si sta
indebitando fino al collo e che la corsa affannosa per mantenere uno
stile di vita ormai incompatibile con i suoi guadagni (praticamente
inesistenti), lo sta portando sull'orlo del baratro.
Da quel momento
inizierà il suo calvario: la moglie, venuta a sapere dei fallimenti
del marito, lo pianta portandosi via anche il
bambino; amici e parenti, prima disponibili e brillanti, gli voltano tutti le spalle.
Il mondo inizia a crollargli addosso.
Il mondo inizia a crollargli addosso.
Ormai
solo come un cane, Alberti brancola nel buio cercando il modo di sopravvivere.
Improvvisamente, incappa in uno
strano e ricchissimo costruttore (il Bausetti, interpretato da Ettore Geri) il quale da tempo cerca, con l'aiuto dell'astuta moglie (Elena Nicolai), qualcuno che gli possa vendere un occhio da trapiantare (!), dietro lauto pagamento
s'intende, giacché il suo lo aveva perso anni prima in cantiere, a causa di uno schizzo di calce.
Il
dubbio pervade Giovanni. Inizia a pensare che in fondo,
anche senza un occhio, potrebbe continuare a vivere in maniera abbastanza normale, ma al tempo stesso risolverebbe tutti i suoi problemi
economici, tornando ad essere accettato dalla famiglia e dagli amici facoltosi, che rassicurati da un conto in banca di
nuovo “all'altezza” tornerebbero a ricordarsi di lui... Che fare?
Risalta in questo film un
Alberto Sordi in gran forma, completamente a suo agio in una parte
agrodolce che da “La grande guerra” in poi, sperimenterà in
diverse pellicole quali ad esempio “Una vita difficile” fino a raggiungere il vertice con “Un borghese piccolo piccolo”, nel suo periodo più
maturo.
La direzione di De Sica non ha bisogno di commenti: qui il
grande regista, tra i fondatori del Neorealismo, è totalmente
padrone della commedia all'italiana alla quale riesce ad imprimere
delle forti venature drammatiche, anche per mezzo di episodi che potrebbero sembrare al limite del plausibile, quali l'elemento centrale del film, ovvero la
proposta di acquistare un occhio altrui.
In definitiva ne risulta un occhio (è il caso di dire...), puntato sulla contraddittoria
realtà del periodo, che dietro a lustrini e luccicanti insegne,
nascondeva contraddizioni e problematiche sulle quali erano ancora in pochi a
ragionare.
Jurij Nascimben
(distribuito su licenza CC-BY-NC-SA)
(distribuito su licenza CC-BY-NC-SA)
Il boom
Regia di Vittorio De Sica
Soggetto e sceneggiatura di Cesare Zavattini
con Alberto Sordi, Gianna Maria Canale, Ettore Geri, Elena Nicolai
Italia - 1963